il problema di preservare l'individualità

Sostenere che l’arte contemporanea e il romanzo contemporaneo descrivano la realtà contemporanea non ha più senso. La nostra esperienza quotidiana è talmente sfaccettata che nessun romanzo può attribuirsi la capacità di rendersi a rappresentazione dell’intera realtà.

E allora perché leggere romanzi?



Franzen ha scritto:

Il ritiro nell’Io e il declino del grande romanzo di ampio respiro mi rattristano, per la stessa ragione per cui mi rattrista l’ascesa dei sobborghi: mi piace vedere il massimo di diversità e contrasto stipati in un’unica eccitante esperienza. Anche se la cronaca sociale non è più tanto una funzione determinante quanto un sottoprodotto accidentale del romanzo – le osservazioni di Shirley Heath dimostrano chiaramente che i lettori non leggono per istruirsi – a me piacciono ancora i romanzi vivi e polivalenti come città.


Qualcuno ha detto che essendo la realtà così sfaccettata può essere descritta solo facendo riferimento ad uno specifico ambiente, così che tutti i simboli che si usano per descriverla sono contestualizzati, ma io non sono d’accordo. I romanzi che voglio leggere io non sono questi.



come dice Franzen…

il problema di preservare individualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli.
A.S.


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