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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Le farfalle ci sono ancora?

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Quando ho letto il titolo della mostra di Daniela ho spontaneamente provato a rispondere alla sua domanda. E con la stessa spontaneità ho inteso alcune farfalle, poche, che ognuno ha sentito almeno una volta. Per innamoramento, a seguito di una creazione di un progetto importante, per l ’ incontro inaspettato con qualcuno, per affrontare una particolare situazione, per l ’ opportunità di prendere una decisione importante . In tutti quei casi in cui si sente uno strano formicolio nello stomaco e una piacevole agitazione attraversare tutto il corpo . Queste farfalle ci hanno fatto sentire euforici e in alcuni casi avremmo voluto fare e strafare dando sfogo alla carica incredibile di energia che in quel momento è stata a nostra disposizione. Solitamente , per non svelare all’altro (da cui può dipendere la risoluzione positiva della situazione) questo stato, abbiamo cercato di mantenere comportamenti normali , fingendo indifferenza e compostezza in attesa di conferma definit

I Cercatori dell'Immutabile

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Tutte le esistenze, gli oggetti, i fenomeni, sono manifestazioni momentanee, lampeggiamenti effimeri che durano soltanto per un momento singolo, dato che scompaiono non appena sono comparsi, per essere seguiti da un’altra esistenza nel momento seguente. Siamo in grado di accettare che le cose cambino? Siamo in grado di accettare l’impermanenza? L’impermanenza ci insegna soprattutto a guardare le cose e le situazioni così come sono, senza sviluppare sentimenti di attaccamento o di avversione. Noi soffriamo non perché l’impermanenza sia di per sé sofferenza, ma perché non riusciamo ad accettare che le cose cambino. Per molti, la permanenza dà sicurezza, l’impermanenza no. In realtà, invece, l’unica cosa durevole è paradossalmente proprio l’impermanenza. Il tentativo di trattenere ciò che cambia ci crea dolore, il voler separarsi da ciò che permane ci crea dolore. Tutto è impermanente. Quindi anche io sono impermanente? Sicuramente non esiste un “io” eterno ed imm

L'arte delle ukiyo-e

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Ukiyo-e ( 浮世絵 , pitture del mondo fluttuante) è un tipo di xilografia e pittura giapponese prodotta fra il 17° ed il 20° secolo. I temi trattati sono panorami, teatro, eventi storici. Generalmente la parola ukiyo è tradotta letteralmente come “mondo fluttuante”, in riferimento alla concezione di un mondo evanescente, impermanente, di bellezza effimera e della realtà dell’intrattenimento (teatro kabuki, cortigiani, geishe) che si allontana dalle responsabilità del quotidiano: “pittura del mondo quotidiano evanescente”. Dopo la restaurazione del periodo Meiji (1868-1912), il Giappone si aprì al mondo occidentale, importando la fotografia che rimpiazzò ampiamente la ukiyo-e. Questa divenne quindi obsoleta, le stampe la rimpiazzarono e le ukiyo-e divennero addirittura materiale per impacchettare le merci. Quando gli europei incontrarono quest’arte, tuttavia, essa divenne sorgente d’ispirazione per gli Impressionisti, Cubisti e Post-impressionisti quali Vincent van Gogh, Jam